L’Orto Botanico di Padova è uno dei più antichi esistenti.
Il suo restauro e sviluppo, che investe gli aspetti architettonici, funzionali e costruttivi è stato oggetto del concorso internazionale di progettazione Hortus Botanicus Patavinus.
L’attenzione alla sostenibilità ha suggerito le scelte progettuali e l’inserimento del nuovo con l’esistente, in un contesto antico e storico come quello del sito in cui l’Orto Botanico è ubicato.
Le fasce che compongono la serra dell’Orto sono separate tra di loro dall’acqua così come i campi dei benedettini erano solcati dai canali di irrigazione.
Idea alla base del progetto è stata quella di rappresentare la biodiversità vegetale presente sul pianeta e interpretare i fenomeni che la determinano.
Come il globo terrestre è suddiviso in regioni climatiche orientate all’incirca come i paralleli terrestri così l’area di progetto è stata suddivisa in aree tra loro parallele disposte in direzione est-ovest a richiamare la disposizione dei biomi.
Le serre si denotano per una struttura metallica che mette a nudo, negandosi, la propria matericità per esaltare il percorso didattico del visitatore.
La loro non voluta possanza è permessa dall’applicazione di pannelli vetrati con modularità di 1000×2000 cm, resa possibile agganciando le lastre alla struttura principale con fissaggi Fischer FZP-G in grado di assorbire le dilatazioni e i cedimenti che la struttura induce nel parametro vetrario.
Il sistema di fissaggio usato nel cantiere dell’Orto Botanico dell’Università degli studi di Padova è il modello Fischer FZP-G.